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Situazione Energetica Nazionale 2014

Il 2014 è stato un anno particolare per i mercati energetici internazionali: nella seconda parte dell’anno il prezzo del petrolio ha perso metà del suo valore (per l’effetto combinato di un’offerta rafforzata dalla produzione USA e di una domanda debole da parte dell’Asia); i prezzi del gas si sono ridotti sui diversi mercati (per la debole domanda in Europa, l’eccesso di offerta in USA e le dinamiche del greggio in Asia); è continuata la crescita dell’incidenza nel mix energetico internazionale delle fonti rinnovabili, il cui contributo alla produzione di energia elettrica (poco meno di un quarto) ha raggiunto quello del gas naturale.

In questo contesto è proseguita la transizione energetica del nostro paese verso un sistema più efficiente, meno dipendente dalle fonti estere e in cui un ruolo sempre più rilevante è giocato dalle fonti a basso contenuto di carbonio, in particolare le energie rinnovabili. Queste ultime sono arrivate a rappresentare oltre un quinto dell’energia primaria richiesta e sono risultate la prima fonte di generazione elettrica (il 43% della produzione nazionale lorda).

Il fabbisogno energetico complessivo si è ulteriormente ridotto (-3,8%) raggiungendo il livello più basso degli ultimi 18 anni; la contrazione del PIL (-0,4%) spiega solo in parte questo calo indicando una ricomposizione tra settori produttivi e un incremento dell’efficienza segnalato sia dal calo dell’intensità energetica complessiva, che si è attestata sui valori più bassi registrati nell’ultimo quinquennio, sia dal miglioramento dell’indice ODEX (indice sintetico di misurazione dell’efficienza energetica) per l’intera economia italiana (migliorato nel 2013 del 13,4% rispetto al 1990).

Il miglioramento dell’efficienza sarà ulteriormente supportato dai provvedimenti adottatati dall’Italia nel 2014, con il recepimento della Direttiva sull’Efficienza Energetica e la definizione del Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica, con l’obiettivo di rimuovere le barriere che ritardano la diffusione dell’efficienza energetica, sia a livello nazionale sia locale.

La riduzione degli usi finali di energia (-4,6%), che tengono conto delle perdite di trasformazione, è stata generalizzata in tutti i settori e particolarmente acuta negli usi civili (famiglie e servizi pubblici e privati) che rimangono comunque i maggiori consumatori di energia. Il comparto dei trasporti ha visto invece una ripresa dei consumi, dopo sette anni di sostanziale contrazione, con un’ulteriore crescita dell’incidenza del gas naturale.

La contrazione degli usi energetici e il concomitante sviluppo delle rinnovabili nei diversi comparti energetici (elettrico, termico e trasporti) ha contribuito a far raggiungere all’Italia già nel 2013 gli obiettivi europei previsti per il 2020 (con un’incidenza delle fonti rinnovabili sui consumi finali lordi pari al 16,7%, solo tre decimi di punto al di sotto del target europeo).

Nel confronto internazionale, i prezzi dei prodotti energetici rimangono più elevati in Italia, anche per il contributo della tassazione che, per unità di energia finale, è risultata tra le più alte dell’Unione europea (nel 2013 pari a 363 euro per tonnellata equivalente di petrolio, un valore superiore del 68 per cento alla media dell'UE e secondo solo a quello della Danimarca).

Ing. Francesco Mazzone

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